recensioni




MADRIGALI MAGRI


I Madrigali Magri sono stati fra i massimi esponenti del post-rock e dello slo-core italiano.


In Negarville del 2000, Entro Obliquo è fatta di accordi scarnificati di chitarra, appena doppiati da una sezione ritmica slo-core. La chitarra insegue scale vagamente orientaleggianti, mentre avanzato reiterazioni e distorsioni. E’ un Giorno Normale indugia piuttosto su accordi ragionati, meno introversi, al punto che potrebbe sembrare un folk alla Aerial M.. Che i Madrigali Magri non si limitino a fare da clone ai gruppi post-rock lo dimostra l’ottima title-track, caratterizzata da atmosfera thriller e rumori di sottofondo alla Sonic Youth. quando la batteria si fa più marziale, intervengono distorsioni e un quadro astratto che potrebbe competere con gli Starfuckers. In Giorno E Notte accordi rubati ai June Of 44 danno forma ad un acquerello strumentale con spunti interessanti, patito e compiaciuto ad un tempo.


Del 2002 è Malacarne. L’influenza degli Slint è piuttosto netta in Blues Jesus, mirabile rappresentazione di quel senso di attesa mostrato tanto bene dalla band di Louisville, mentre il gusto per l’astrazione della band si fa evidente in Devil Did, con sezione ritmica uniforme e chitarra che disegna arabeschi contorti. Frattanto i rimbombi quasi jazz richiamano alla mente i Rachel’s, mentre il vortice metafisico che fa da contrappunto è fortemente ripreso da Tweez.


DISCOGRAFIA


v Negarville (2000) *** ½


v Malacarne (2002) ****