è forse il grande capolavoro di Young.
Mai come ora i brani sono coesi e vibranti.
Come On Baby Let's Go Downtown parla da sola con la sua intro, epica e marziale, il brano younghiano per eccellenza,
Mellow My Mind è una ripresa del Bob Dylan arringatore di folle dei primi 60, ma con una vena dolciastra, ambigua e inusitata. La
title-track sposta così il blues-rock su un piano che è metà strada fra il surreale e il metafisico. Altro blues scalcagnato è
World On A String. Ma il blues-rock è solo la punta di un iceberg. Young cesella i brani migliori della sua carriera, come la notturna
Speakin' Out, la triste litania di spiriti con magistrale introduzione di armonica di
Borrowed Tune (un brano eterno, attuale allora come oggi), il crescendo spasmodico e colloquiale di
Roll Another Number, la ballad dei perdenti per eccellenza (dalla quale forse prenderà le mosse un certo
Tom Waits). Altri brani cardine sono la maschia
Lookout Joe e latmosferica
Tired Eyes. Opera di influenza incalcolabile, compiuta come un suicidio riuscito, punto di abbrivio per generazioni di indie.
Ancora meglio è forse
Rust Never Sleeps, brillante aggiornamento della sua musica a quella della new wave allora dominante. Sugli scudi un inno come
My My Hey Hey e un compiuto gospel come
Powderfinger. I discorsi forse si sfilacciano in ariosi e potenti riff, la struttura è più vibrante ma meno meditata.
DISCOGRAFIA
Everybody Knows This Is Nowhere (1969) ****
After The Gold Rush (1970) ***
Harvest (1972) ***
On The Beach (1974) *** ½
Tonight's The Night (1975) ****
Rust Never Sleeps (1979) ****