LABRADFORD
recensioni


LABRADFORD


Ispirandosi in egual misura ai Pink Floyd (dei quali sono stati considerati gli eredi), alla Kosmische Music e alla musica ambient, i Labradford hanno creato suggestivi intrecci di chitarre e tastiere di gelida bellezza.


Prazision si apre con l’indugiare indefinito di effetti elettronici di Listening In Depth, ma è in Accelerating On A Smoother Road con il suo canto bisbigliato (anche un po’ autoindulgente) che gli intrecci chitarristici raggiungono il loro apice. Nella magniloquente Splash Dawn sembra di riascoltare i Tangerine Dream di Zeit, mentre in Sliding Glass l’ambient si sposa con l’industrial a mimare certi effetti da fabbrica. L’effettismo cinematografico di Everlast riporta gli strumenti elettrici in primissimo piano.


Il genere ambient raggiunge invece le sue vette massime nell’ipnotica Soft Return.


A Stable Reference è forse il capolavoro dei Labradford. El Lago è fatta di solenni accordi e la voce sussurra su uno splendido pattern. L’idea è peraltro semplice: una parte statica fluttua in una nebulosa, quasi intrappolata nelle sue stesse note, una dinamica è composta da costruzioni elementari. Poi il brano si risolve in una melodia quasi celestiale di organo. Sembrerebbe quasi un ambient-progressive alla Dissolve. In Balanced la quiete quasi si altera in un fluttuare quasi ipnotico. Grande capolavoro è Star City, Russia, che affina i pattern dei brani precedenti. Il fascino del brano è forse dato dal sovrastare del fluido dinamico su quello statico, che finisce per essere quasi ininfluente. In Comfort si legge quasi un senso di eternità.


L’album omonimo è per certi versi più ambizioso, ma anche, se così si può dire, cattedratico. In Pico dominano così melodie oblique, che quantomeno rendono meno monocorde la musica. La raffinata Lake Speed è uno dei brani migliori di tutta la loro carriera, Scenic Recovery viene introdotta da batteria elettronica e cambia di continuo prospettiva.


DISCOGRAFIA


Prazision (1993) ***


A Stable Reference (1995) ****


Labradford (1996) ****