recensioni


ROBERT WYATT


Fra i musicisti del rock inglese, Robert Wyatt è stato forse il più geniale, oltre che il più preparato musicalmente. Distanti anni luce dalle classifiche i suoi dischi hanno comunque acquistato notorietà in virtù di un’originalità senza pari, oltre che per una perizia stilistica notevolmente sopra la media del periodo.


La sua carriera solista ha inizio con la defezione dai Soft Machine , in seguito alla quale cadranno nell’anonimato. Nello stesso anno di Moon In June , realizza End Of Ear, album sofferto, ricco di citazioni jazzistiche, ma anche di melodia. Fra i brani brilla To Cravan And Brother Jim, forte di una fuga finale di pianoforte che è forse quanto di meglio il rock-jazz abbia mai offerto. Las Vegas Tango sarà alla base delle sperimentazioni vocali del Wyatt che verrà.


Il capolavoro attribuito unanimemente a Wyatt arriverà però solo nel 1974, dopo alcune prove col nuovo gruppo: i Matching Mole e, soprattutto, dopo un pauroso incidente. I dischi dei Matching Mole sono complessi, politicizzati, autentici viaggi nella psiche, forti di un tono umile e dimesso, ma fortemente elucubrato.


In Matching Mole, del 1972, si perfezionano I giochi vocali di Wyatt (Instant Kitten), ma è soprattutto Beer As In Braindeer , lunga, elucubrata e inusuale a caratterizzare l’opera. La sperimentazione non si placa nel successivo Little Red Record, album allineato, contingente, ma forte di sperimentazioni come Smoke Signal, con frasi liquide di piano ad librarsi in una ridda di accordi impercettibili. Il condensato di una nuova prospettiva mentale, non più e non solo psichedelica. Wyatt ha inventato u genere nuovo, al quale attingeranno negli anni ’80 e ’90 un numero infinito di musicisti (dall’ambient di Brian Eno, al dark dei Jesus And Mary Chain, passando per il dream-pop dei Cocteau Twins e in seguito dei My Bloody Valentine).


Rock Bottom, del 1974, prodotto da Mason dei Pink Floyd e con diversi musicisti inglesi come ospiti, è uno dei migliori dischi degli anni ’70. Una vena melodica e melanconica attraversa il disco, che si fa forte di brani lunghi e sofferti come Sea Song, nel quale l’afflato melodico va di pari passo con un’elettronica ed un linguaggio jazzistico comunque lontano da quello degli esordi. Dopo l’introduzione di piano, la musica si adagia una melodia flebile, prima che i vocalizzi del leader si trasformino in una cosa sola con la musica. La voce di Wyatt raggiunge l’apogeo.
Se Alifib appare essere una variante sullo stesso tema, Little Red Riding Hood Hit The Road si contraddistingue per la costruzione complessa. Ma il capolavoro va cercato altrove e cioè nella Little Red Robin Hood, marziale e tribale ad un tempo nella sua introduzione, poi declamante in spasmodica attesa, in un clima di disperazione e caos, l’origine medesima del cosmo.


Le successive prove di Wyatt, per forza di cose, non potranno più essere allo stesso livello. Si devono comunque segnalare le molteplici collaborazioni con musicisti jazz (Bley, per esempio), ed un impegno politico instancabile.


DISCOGRAFIA


End Of Ear (1970) *** ½


Rock Bottom (1974) ****


MATCHING MOLE


Matching Mole (1972) ****


Little Red Record (1972) ****