JON HASSELL
recensioni


JON HASSELL


Ritenuto uno dei massimi innovatori della storia della musica, inventore della world-music, geniale ed atipico trombettista, Jon Hassell ha realizzato, a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 una serie di capolavori.


In Vernal Equinox, del 1977, protagonista indiscussa è la tromba, suonata da Hassell in maniera inusitata, con uno stile inimitabile da lui stesso coniato. Toucan Ocean, con la sua batteria elementare il sound della tromba, affastellato e celebrale ad un tempo; Viva Shona, col sup misterioso barrito; Hex, col suo basso pulsante, passando per il suono cupo di blue Nile e i virtuosismi in stile free-jazz della title-track.


Con questo album Hassell inaugura un genere nuovo ed originale e pone le basi per la vera e propria world-music che seguirà. E’ musica perfetta oltre ogni suo intendimento, che prende le moisse dal free-jazz a là Don Cherry, dal cool di Miles Davis, dal minimalismo di La Monte Young.


Hassell supera se stesso nel 1981, quando pubblica, dopo svariate polemiche, Dream Theory In Malaja, album manifesto della world-music, radicale nella forma e nella sostanza, dominato dallo stile mostre della tromba. Così, in Choir Moire la tromba garrisce, estenuata ed estenuante, in un interminabile tour de force di suoni monotoni, con il solo ritmo in secondo piano; Courage più veloce e meno elucubrata fanfara etnica e la successiva Dream Theory, giocata sulle stesse note, ma dominata dalla tromba mai così “notturna”, straziata, disturbata da suoni impazziti, ora elettronici, ora etnici.


La jungla artificiale di Datu Bintung At Jelong è fatta di fiati che si rincorrono , mentre suoni elettronici ne dettano il moto continuo, prima che si consumino le due lied minimaliste di Malay e Theses Times, fatte di inquietudini e manipolazioni elettroniche.


La grandezza di questo disco – forse il massimo capolavoro della storia del rock – sta nell’incrocio di percussioni tribali mai ostentate con lo stile elucubrato della tromba e con l’utilizzo austero delle manipolazioni elettroniche. In quanto tale, si tratta di un genere indefinibile (i capolavori del rock devono essere generi indefiniti, altrimenti si rinnega la stessa natura del capolavoro per ripiegare nel manierismo).


Infatti, Power Spot, prodotto da Brian Eno non è che una copia sbiadita dei capolavori dei Hassell. Rinnegato il radicale stile trombettistico, rimangono solo i disturbi sonori e le percussioni tribali, ma questa era una costante anche dei lavori dei gruppi (tutto sommato) pop come i Talking Heads e di artisti come Peter Gabriel.


La title-track è una ragionata introduzione, Passage D.E. sembra mutuata dai Talking Heads, mentre in Solaire fa il suo ingresso il synth. In Miracle Steps e Wing Melodies le percussioni tribali si alternano coi suoni orientaleggianti di The Elephant And The Orchid.


DISCOGRAFIA


· Vernal Equinox (1977) ****


· Dream Theory In Malaja (1981) **** 1/2


· Power Spot (1986) *** ½