un posto di riguardo spetta a Smog (Bill Callahan).
Julius Caesar è del 1993. La voce atipica di Smog fa capolino fra l’alternarsi della batteria e i suoni casuali della lenta danza
Strawberry Rash; arpeggio e archi costituiscono la dicotomia coi suoni minacciosi di
Your Wedding. Frastagliati fra i
lied più sperimentali s’incontrano folk più tradizionali, come
37 Push Ups,
Connections e
Chosen One e persino brani finto-pop (
When The Power Goes Out) e rock a là
Rolling Stones (
I Am Star Wars!).
I pezzi più sperimentali hanno spesso andamento antitetico. Sembrerebbe del resto il
leit motiv dell’album alternare dicotomie su dicotomie. Ecco così il clima rarefatto, con
synth scatenato di
Stalled On The Tracks, il calmiere elegiaco di
One Less Star, l’intensa
ballad di
Golden (forse il vertice del disco), la commistione fra il country e qualcosa di indefinibile (
When You Walk), la
ballad reediana di
What Kind Of Angel, l’atmosferica
Stick In The Mud.
DISCOGRAFIA
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Julius Caesar (1993) *** ½