Sono brani che impiegano un po’ di tempo a dar mostra di se, come lo slo-core, ma se ne differenziano per l’assoluta aleatorietà e gestualità.
Long Corridor #6 è così una fitta manipolazione di nastri, di misteriose litanie e di colpi sordi e causali, mentre fa capolino quasi impercettibile un boogie in sottofondo. A mano a mano che il brano avanza i colpi sordi diventano sempre più evidenti e si contrappongono, in
Concrete Boots tanto ai cupi di droni quanto al canto sonnambulo, doppiato solo da una più convenzionale coreografia di manipolazioni che danno lo stesso effetto di un wah-wah.
Seguara è più vicina alla psichedelia con un gusto particolare per le fanfare di
Brian Eno, mentre
Shorty potrebbe essere un brano post-punk aggiornato all’era dell’hip-hop.
DISCOGRAFIA
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Phantasies And Sensations (1994) *** ½