UNWOUND
recensioni


UNWOUND


Con gli Unwound l’hardcore si è affrancato dagli stilemi degli anni ’80, caratterizzati principalmente dal disprezzo nei confronti della società e del sistema, per ampliarsi, mediante le formule della musica d’avanguardia, del noise e del blues in un hardcore totale e cervellotico.


Influenzati in pari misura dagli Slint, per la complessità delle partiture e la costruzione ragionata dei brani e dai Sonic Youth, per il gusto anfetaminico per le dissonanze, gli Unwound realizzano il loro primo vero album compiuto nel 1993.


In Fake Train spiccano i riff incalzanti e senza tregua di Dragnalus. La musica è ancora troppo hardcore e troppo poco avant-garde, pertanto è difficile non parlare di un’opera di transizione. Tuttavia, si intuisce già il gusto per il contrappunto, l’assoluta originalità dei temi, il non-clamore della musica, la consapevolezza che il vero capolavoro nasce da un’idea geniale (anche se povera di mezzi), non dal gigantismo tecnologico. In Honourosis le frasi musicali si susseguono senza posa come se fosse una jam di acid-jazz. Il brano - fra i migliori del repertorio – anticipa persino il post-rock dei Tortoise in certi passaggi del basso. Star Spangled Hell, assai più vicina agli Squirrel Bait, è minimalista nello spirito e rientra nel filone del caos disorganizzato a là Bitch Magnet (e a ben vedere si intuiscono i primi embrioni dello slo-core). Più vicina all’hardcore tradizionale è Ratbite, laddove Feelings (intro a là Joy Division, ritornello quasi metal), rappresenta il lato oscuro della band.


Dell’anno successivo è New Plastic Ideas, presenta brani come All Souls Day, che acquista forse qualcosa in coesione, perdendo la sgretolatezza e le asperità dell’opera di esordio, ma non sembra brillare per la genialità dei temi musicali. Il finale ripete ossessivamente la stessa nota ed è in tal senso più avant-garde di Fake Train, anche se meno ispirato. Altro brano di spicco è Hexenszene, indiscutibilmente imparentato con i deliri-ragionati degli Slint di Spiderland, per la foga hardcore tuttavia percettibile, e di Tweez, per la struttura musicale. Intorno al terzo minto di questo lungo brano la genialità degli Unwound sembra persino superare quella dei maestri, insistendo su un tema celebrale che sembra addirittura lambire i raga, prima di prendere la rincorsa, senza peraltro trovare forma malodica se non nella sua stessa conclusione.


E’ musica paradigmatica, nel suo aspetto, del suo stesso messaggio. Non più e non solo inconcludibilità, come nei Velvet Underground di All Tomorrow’s Parties e, ovviamente, negli Slint di For Dinner…, non più vortici metafisici come nei Television di Marquee Moon, che, in quanto tali, non potevano mai giungere a conclusione, essendo la rincorsa a se stessi, ma qualcosa che va oltre l’incomunicabilità medesima.


Del 1994 è anche MkUltra, che recupera un qualche legame, se non altro col blues. Il brano prende velocità e, fra distorsioni e slide, si rintana nello stile elucubrato – marchi di fabbrica degli Unwound – fungendo da ideale tramite fra le istanze hardcore e il vuoto concettuale indefinibile del disco precedente. Nella coda, qualcosa di slo-core si sposa con virtuosismi proto-Tortoise.


Nel 1995 esce The Future Of What. Equally Stupid è un dirompente conglomerato di riff con canto assente e autoindulgente (quanto inaspettatamente assimilabile ai Tortoise) tentativo di commistione con generi quali il free-jazz e il dub. Disappoint sembrerebbe rinverdire i fasti che furono degli Slitn e prima di loro degli Squirrel Bait. Caos e perfezione. Melodie superbe, grandiosi cambi di tempo, temi originali, il continuo alternarsi fra lento e veloce, in una versione in scala maggiore dei Codeine di Frigid Stars. A differenza delle band di Chicago questo non ne rappresenta certo la cifra stilistica, nel loro restare “incollati” alla realtà, gli Unwound finiscono per essere assai più trascendenti di Codeine e Tortoise, poiché sono le partiture, ancora una volta, a fare la differenza, non gli stilemi abusati.


Descension, in tal senso, appare molto più avvicinabile all’arte dei Codeine e degli Slint. Molto più contingente nelle intenzioni si dipana innocuo per la sua durata sino a incrinarsi in note terribili.


In Repetition, del 1996, Corpse Posse sposa generi diversi dall’hardcore in una originale partitura nella quale i cambi di tempo la fanno da padrone, mentre una frase centrale elettrica domina il tutto, mentre il resto del complesso suona in maniera swingante, prima che una nuova terribile melodia attacchi e confligga con quella di partenza. Unauthorized Biografy trasforma i tentativi della band in qualcosa di molto più accessibile e ritmato.


Challenge For A Civilizated Society, presenta una band ancora ispirata in Side Effect Of Being Tir, anche se il lungo brano sembra sintesi e non somma delle esperienze della band. Il sound appare sempre meno cervellotico e i miasmi che si aprono intorno al secondo minuto sono di puro rumore, ma non generano quelle dissonanze – epitome di un qualcoso capace di andare oltre la incomunicabiltà, la chiamerei piuttosto alienazione – ma progrediscono in una lunga parentesi dominata da un pulsare “civile” per quanto tribale della batteria, mentre la chitarra non brilla per originalità, optando per un suono lamentoso piuttosto che stridente. Nel frattempo il basso incalza, mentre una nota si ripete all’infinito e il rumore metallico si deforma secondo gli stilemi di Interstellar Overdrive dei Pink Floyd, col quale lo accomuna il procedere ritmato del basso in opposizione al suono sofferto e terrbile della batteria. Negli Unwound ad un certo punto non rimane che questo, prima del silenzio tombale che conclude il brano.


Leaves Turn Inside You, del 2001, con October All Over, offre una band più musicale e affascinata dai toni ipnotici, mentre Summer Freeze soo in parte rinverdisce gli antichi fasti, pur essendo ancora encomiabile per l’arte del cambio di tempo, sempre in perfetta coerenza col disegno complessivo del brano. In questo i capricci strumentali raggiungono veramente l’apice e si coniugano alla perfezione con la relativa accessibilità dell’album.


DISCOGRAFIA


Fake Train (1993) *** ½


New Plastic Ideas (1994) *** ½


The Future Of What (1995) ****


Repetition (1996) ***


Challenge For A Civilized Society (1998) *** ½


Leaves Turn Inside You (2001) *** ½