è un brano strumentale dal sapore vagamente medioevale. Dominato dal contrappunto di chitarre classiche, annunzia frasi musicali che si ripetono e susseguono seguendo una dinamica ben definita, prima di interrompersi in un unici rullare di batteria che anticipa un immaginifico assolo elettrico, dal quale si riconnette, la medesima dinamica, che assume forme mutevoli.
The Cinema Show viene introdotta da un
ouverture classicheggiante che anticipa il canto prima depresso, poi trionfante di Gabriel. Il rock sinfonico dei componenti della band fa il resto, assecondando dapprima lafflato classicheggiante, in seguito mutandolo in un trionfo di fiati, non troppo dissimile da certe divagazioni dei
Traffic . In seguito il predominio spetta al
sound della chitarra, energico e vitale, che duetta con la tastiera , in un fraseggio da antologia, con il sottofondo del tamburo militare di Collins. In questa strumentazione si compendia labilità strumentale dei Genesis. Da ogni strumento si irradia un altro in un processo interminabile, ogni strumento da il la a quello successivo, con minime variazioni di tema e di
sound, ma con laccompagnamento sempre dominante della batteria, ogni singolo musicista può dare il meglio di se, combinando la propria abilità individuale con quella collettiva. Nessun altro complesso rock (a parte, forse i
Grateful Dead ) era riuscito a realizzare una così composita e coerente costruzione strumentale.
La breve e conclusiva
Aisle Of Plenty è unaltra parla dellalbum. Riprende le noe e la strumentazione del brano di apertura, ma vi aggiunge un
patos tutto suo, conseguente ai cori raggelanti e al sinfonismo sempre più evidente, meravigliosamente contrappuntato dalla batteria di Collins, che da il via alla sempre più affettata dinamica interiore.