, realizzarono una serie di ottimi album, compendiando con maestria diversi stilemi del periodo.
L’album omonimo è forse il migliore.
Remake/Remodel apre il disco con il chitarrismo forsennato e il canto androide, anticipatore della new wave, ma tradisce, nella fase centrale, certe influenze progressive,
Ladytron non è da meno, coi suoi sibili cosmici, mentre
If There Is Something, inizia citando certi ritornelli del passato, per poi richiamare un jazz-rock dominato dagli stessi accordi.
La breve ed orecchiabile
Virginia Plain mostra tuttavia certe pecche della band, che si dimostreranno evidenti nel proseguio della carriera, smentite in appello da
The Bob, brano d’avanguardia, che lambisce l’antiestetica, improntato come è alla sofferenza, prima di tradursi in un brano di progressive allo stato puro, pur non rinunziando a certe trovate squisitamente più da space-rock, da jazz-rock e da operetta. La conclusione è vieppiù classicheggiante e si ricollega con l’
ouverture.
Il pianismo di
Chance Meeting è forse il vertice musicale di tutto il lavoro, in special modo per i suoi dialoghi distorti di sottofondo.
Would You Believe, dominata dal sax, è più spiccatamente pop e fa da contrappunto a
Sea Breezes, disperata e malinconica (l’attacco non è troppo diverso da
Moonchild dei
King Crimson ). La conclusiva
Bitters End dimostra appieno le doti da crooner di Ferry.
Il disco successivo
For Your Pleasure si muove sulle stesse coordinate, se è possibile, aumentando certi impatti sonori, ma appare molto meno sperimentale, anche se, in un certo senso, anche meno immediato.
Do The Strand, dominata dal sax e da geniali cambi di tempo,
Beauty Queen, coi suoi stilemi classicheggianti e i suoi assoli spaziali, inaugurano l’album, antcipando
Strictly Confidental e Grey Lagoons, con il sax ancora protagonista, che ripiega in misura maggiore sulla melodia e
Editions For You, molto più ritmata.
Le doti vocali di Ferry si stagliano imperiose in
In Every Dream Home A Heartache, accompagnato da un sax d’antologia, con finale ridondante.
Da molti ritenuto il capolavoro dei Roxy Music,
The Bogus Man, dominata dal ritmo e da una strumentazione ipnotica, con il sax a creare contrappunti di puro
non-sense all’interno di un ballabile, al contrario della
title-track, caratterizzata d aun clima teso e inquietante, ma sin troppo accessibile.
DISCOGRAFIA
·
Roxy Music (1972) **** 1/2
·
For You Pleasure (1973) *** 1/2
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