Le partiture sono anemiche, il canto del soul conserva solo il nome, e, più che dallanima, sembra caratterizzato dal lamento dellinterprete.
In
Dummy, del 1994, la musica da camera per strumenti elettronici, valorizzate da dissonanze, non perde il suo carattere inquietante, ma lo accentua, specialmente il brani lineari come quello dapertura
Mysterons. Il lavoro è abbastanza accessibile, ma innegabilmente magistrale, perché nessun brano sembra avere il sopravvento sugli altri, costituendo, in ultima analisi, i tasselli di un unico mosaico, intriso di malinconici gorgheggi, rappresentazione de ina nevrosi ben diversa da tanti loro predecessori.
Il carattere è, infatti, vieppiù contingente, e la rappresentazione di conseguenza , terribilmente reale. I Portishead non indugiano in caratterizzazioni mitologiche o religiose, come tante band gotiche degli anni 80, oppure in odi al caos, in stile
krautrock, ma, nel loro caso, lelettronica, più che dimostrare lorigine o la fine del cosmo, per poi riassestarsi in una musicalità rinnovata, rappresentazione della speranza del genere umano, non tende mai ad impennarsi e prosegue piana e dimessa, a testimoniare una sensazione di sconfitta e di profondo pessimismo