, uno dei massimi capolavori dogni tempo. Stavolta lintro è organo e piano (Zoot Money). Ad un certo punto fa capolino la chitarra di Green. In un duello metafisico gli strumenti si danno ad una lotta disperata, un deliquio che non altri referenti se non il free-jazz di Charlie Haden e forse la lotta per la sopravvivenza. Uno studio della dissonanza nella fase centrale è uno dei punti più alti mai raggiunti da musicisti rock.
Brano ancor più jazz (nonostante lintroduzione quasi fuorviante) è
Burnt Foot Stavolta la chitarra improvvisa su un tappeto di percussioni libere. Se
Hidden Depth è linevitabile prezzo da pagare al rock-blues, la
title-track è lultima e definitiva esplosione di rabbia (e lunico momento epidermico di un album assolutamente astratto) di una chitarra lancinante, sgolata. Il resto dellalbum sembra quasi la preparazione, il rituale,
End Of The Game è il sacrificio finale, quello che da il senso a tanta metafisica.
Green ritornerà nel 1979 con il discreto
In The Skyes (con la title-track e un blues in do minore).
DISCOGRAFIA
The End Of The Game (1970) **** ½
In The Skyes (1979) ***