recensioni


KENNETH NEWBY & TRANCE MISSION


Il canadese Kenneth Newby, dapprima da solista, in seguito con i Trance Mission, ha aggiornato alla propria epoca le idee di Jon Hassell: creare un ponte fra occidente ed oriente, assimilando le due culture.


La musica del “quarto mondo” di Hassell, che prendeva le mosse da Mu di Don Cherry era fatta di manipolazioni elettroniche e del suono sfiatato della tromba. In Newby questo portato si fa vieppiù evidente nelle sovrapposizioni timbriche, ancor prima che in un’aulicità che in Hassell era assai meno evidente, celata come e ra nell’inprovvisazione.


In Ecology Of Souls (1993), Equinox, imparentata con la tromba di Hassell, si esalta in colpi ritmici ed esoterici. Comunque minimalista, questa musica insegue toni ipnotici che richiamano alla mente le civiltà aborigene. L’opera antropologica continua con Persephone con la tromba e il flauto che si fanno sofferenti in un nugolo di percussioni elettroniche. La bisbigliata Ephemera si staglia intorno ad un silenzio spettralem che in Odalan si trasmutano in suoni casuali. La sola Glossolalia rinuncia all’aulicità per ripiegare in un suono più convenzionale.


Tutto diverso è così Trance Mission, dal nome dell’accolita, dedita a qualsiasi tipo di musica, che accompagna ora Newby. Bo Didgeley potrebbe essere un mambo della jungla, Folk Song ha un’introduzione romantica per poi reiterare lo stesso tema alternandolo a più riprese. Affatto epidermica, questa musica vive della multiforme varietà degli esecutori. Così Tunnels si avvicina al genere ambient, mentre Rig risulta essere la più accessibile e mazzata. Tjilpi II, coi suoi impietosi poliritmi, porcede a passo di tarantella, laddove Vee Dee Vu potrebbe finanche sembrare un marcia funebre della jungla.


DISCOGRAFIA


KENNETH NEWBY


v Ecology Of Souls (1993) *** ½


v Trance Mission (1993) *** ½



Home