MISSING FOUNDATION
recensioni


MISSING FOUNDATION


I Missing Foundation sono stati fra i grandi esponenti dell’industrial, ma la loro produzione dovrebbe porsi a cavallo fra il dadaismo e l’avanguardia. Le efferate torture chitarristiche, unite ad un gusto particolare per i toni dell’apocalisse si fondono in un connubio che trova nell’elettronica più sghemba il proprio punto d’approdo.


Nell’album omonimo Kill The Hypnotic Bastards è un’opprimente lied dell’oltretomba, mentre la marziale Posada potrebbe richiamare alla mente le sarabande di Foetus, ma senza la sua aulicità. Awesome Blacks con i suoi rumorismi casuali è degna di stare accanto alle opere maggiori dei Chrome in quanto a fantasia strumentale, laddove Eat By The pool indugia in ritmi sintetici più prettamente industrial e All Washed Up cerca in ogni modo di creare il sottofondo più infernale possibile, riuscendo persino a superare in durezza ed astrattezza gli Einsturzende Neubaten .


Little Jean Of France è forse appena più musicale, sebbene sepolta dai vocalismi disperati del leader che in Sucked Into Eternity si fanno ancor più sgolati, mentre la musica si riduce ad un unico tam-tam memore dei Pere Ubu. Gli episodi più musicali sono così Waco Waco che potrebbe essere anche un brano dei Cramps e l’hard-rock funesto da far impallidire i Big Black di Perversion.


In 1933, Kingsland 61 è praticamente un conciliabolo di voci e colpi sordi, mentre Burn Trees si basa su un unico indistinto riff. La musica è diventata meno astratta ma più feroce. In pratica il vociare e il rumorismo sempre più inintelligibile sono diventati gli strumenti principi. Go Sit On The Beach è egualmente composto di questi due unici aspetti, ma rasenta l’atonale. Invasion yr Privacy è forse il brano più musicale, ma è anch’esso divorato dal suo interno da un vociare contorto.


Fra i solchi affiora persino un’influenza del minimalismo nella Death Of A Wolf, mentre At The Gates potrebbe davvero sembrare musica dei Big Black aggiornata alla sezione ritmica dei Jesus Lizard così come Jameels Turmooil richiama i Cramps con un sound che sembra anticipare gli Unsane e le loro danze meccaniche. Le percussioni tribali dominano Journey From The Ashes e l’ardita Your House Is Mine con le sue stecche chitarristiche anticipa il percorso dei Dead C, ma senza la loro aulicità.


Pur nella loro assoluta originalità, i Missing Foundation, di quando in quando, vanno persino a pescare nel passato. Esempio lampante è Martyr Of The City che potrebbe essere un blues dei Rolling Stones del tremila. Quando poi provano a far dominare la suspence potrebbero ricordare i Pop Group senza i fiati (CIA Worlds Fair, 1933)


DISCOGRAFIA


- Missing Foundation (1987) ****


- 1933 (1988) ****