ha il canto sfibrante, una sezione ritmica impietosa che anticipa le magie della chitarra di Denison. Ogni strumento è dosato nei minimi particolari e svolge una funzione, ad un tempo, solista e dinsieme. Non smentisce questo assunto neppure le costruzione melodica di
, memore di qualche new wave, ma filtrata per il tramite di una sezione ritmica che rompe ogni indugio affidato alle corse chitarristiche.
è un semplice gioco di rimpalli fra batteria albiniana, chitarra sincopata e proiezioni melodiche.
mostra la foga al canto di Yow, mentre Denison accompagna con agghiaccianti riff le cui variazioni armoniche ne fanno uno dei massimi chitarristi del decennio. Non smentisce questo assunto neppure in un brano programmatico come
, con il canto anti-crooner e spasmi di una chitarra che passa dallandamento lezioso a quello veloce con disinvoltura. Tutto diverso è il jazz (forte di una delle massime sezioni ritmiche di sempre) di
) .
è uno strumentale garage-rock in cui la vena chitarristica si mostra in primo piano. La fugaziana
chiude lalbum.
Goat (1991) compendia alla perfezione le diverse istanza del gruppo.
Then Comes Dudley è per certi versi il brano definitivo dei Jesus Lizard (basso pulsante, chitarra lancinante, apoteosi di chiusura, chitarra lanciata verso linifinito), laddove
Nub recupera non poco della lezione impartita da
Albini, quantomeno nel battito da drum-machine, smorzato tuttavia da una carica quasi new-wave. In questo senso, ancor più programmatica è
Lady Shoes, fatta da un unico attacco propulsivo alla Big Black. Ancora la sezione ritmica scatenata fa propellere
Mouth Breather. Il capolavoro va però cercato altrove e precisamente nella lied espressionista di
Seasick Il canto di Yow è quantomai sgolato, la chitarra stecca magistralmente e il cupo rimbombo di basso, unitamente ai feedback sono rappresentazioni di un timor panico che si fa forte di una batteria monstre. Altro vertice è
Rodeo In Juliet, dove la chitarra naviga più espressiva del solito e la sezione ritmica si limita allaccompagnamento, quasi jazzata, reca comunque spasimi da brivido. Negli svolazzi chitarristici Denison si dimostra degno erede di
Andy Hawkins.
Karpis è costruito intorno ad una reiterazione di chitarra che giunge a lambire il barocco, mentre
Monkey Trick è fatta di note discendenti.
South Mouth è un blues nel quale il fracasso infernale paga il fio ai cambi di tempo e alla chitarra atmosferica. E anche il brano
post-rock del disco.
Liar (1992) sembra voler smorzare i toni, accondiscendendo a partiture più terrestri, ma di contro, rinfocola tanto la sezione ritmica tellurica, quanto lurlo sgolato del canto. Lastrazione di
Goat sembra quasi un ricordo.
Gladiator e
Boilermaker, ormai in clima trash, si contrappongono al cadenzato di
Slave Ship.
Puss vede la band indulgere verso la struttura del rock più classico (Rolling Stones in primis), laddove
Dancing Naked Ladies potrebbe avvicinarsi alla forma canzone dellhard-rock con strali però evidenti del post-rock dei
Don Caballero.
Rope potrebbe persino gettare un ponte fra il loro hardcore e quello alt-country dei texani
Ed Hall. In
Perk si assiste alla prima performance di canto regolare,