GENESIS
recensioni


GENESIS


Gruppo di punta del progressive-rock inglese, la discografia dei Genesis si distingue in periodi ben distinti che trovano, come punto di discrimine, la defezione di Peter Gabriel dalla band.


Non è però facile comprendere se tale discrimine riguardi la forma, la sostanza, entrambe o nessuna delle due. Non è chiaro se i Genesis siano stati un vero e proprio gruppo di progressive-rock, ovvero un mero complesso di musica pop, un fenomeno commerciale o una carica innovativa.


Sicuramente, rispetto ad altri gruppi inglesi del periodo vi era in essi una superiore tendenza alla melodia. I loro brani di punta (First Of Fifth, Cinema Show, Musical Box), altro non erano se non un coacervo di melodie eleganti e raffinate, ma sempre melodie, spesso prolisse e tediose, con esplosioni di puro pop (The Battle Of Epping Forest). Inoltre, non saprei come altro definire brani come I Know Wath I Like. In effetti, quale è la differenza di forma della musica dei Genesis rispetto a quella senza Gabriel?


Dopo un inizio di post-psichedelia con riflessi folk, dopo una serie di prove incerte, l’album Foxtrot consacra i Genesis a campioni di una nuova musica, commerciale, ma raffinata, per definizione. Il primo album, From Genesis to Revelation , datato 1969, del quale non acquisirono mai i diritti d’autore, era una delicata commistione di suoni folk e arrangiamenti certosini. Nel successivo Trespass , dell’anno successivo, spicca Knife, brano a cavallo fra il melodismo e l’avanguardia.


I lavori successivi vedranno il predominio del mellotron – uno strumento elettronico che con particolari registrazioni dei nastri permetteva di conferire il suono orchestrale – sugli altri strumenti. In Nursery Crime i virtuosismi dei singoli e le partiture sempre più complesse rappresentano la cifra stilistica della band e raggiungono l’apogèo in Foxtrot, con Watcher Of The Sky, che si caratterizza, tuttavia, anche per una certa autoindulenza di fondo, spesso confinante con il pop.


Al pari dei King Crimson , Pink Floyd , Emerson Lake And Palmer, Yes , la loro musica, caratterizzata e da suoni medioevali e barocchi e da stilemi mutuati dalla musica elettronica – ma assolutamente sobri, senza gli eccessi di certo Kraut-rock – raccoglie enormi consensi di pubblico (soprattutto in Italia), con l’album capolavoro Selling England By The Pound, del 1973. E’ l’anno di grazia del progressive, che, col tempo, appare vieppiù mutare verso un pomp-rock (Yes, E.L.P), ovvero verso lo space-rock ( Gong ), quando non raggiunge livelli proto-new wave ( Van Der Graaf Generator ).


A queste rivoluzioni-non rivoluzioni i Genesis rispondono con assoluta indifferenza. Certo non era insita nel loro DNA la tendenza a sperimentare. Né, almeno a quei tempi, Gabriel poteva essere associato a Fripp dei King Crimson. Certo, neppure ad Hammil dei Van Der Graaf Generator.


Continuavano loro a suonare la loro musica intrisa di marcati compiacimenti estetizzanti, con un Hackett, chitarrista dotato ma privo di impennate ed un Collins, batterista da classifica, pioniere di quella trasmutazione dell’impianto ritmico, volta a coprire il suono, anziché ad estenderlo (in questo era maestro Mason dei Pink Floyd). Né Peter Gabriel credo che potesse eccepire di non essere un cantante melodico. Basta a ascoltare Dancing With The Moonlight Knight.


Ciò che non mancava era l’onestà intellettuale della band, che ha permesso, nonostante la completa assenza di spinte evolutive, di ritagliarsi un posto fra i grandi della musica rock.


DISCOGRAFIA CONSIGLIATA


From Genesis to Revelation (1969) **


Trespass (1970) ***


Nursery Crime (1971) ***


Foxtrot (1972) ***


Selling England By The Pound (1973) *** 1/2


The Lamb Lies Down On Broadway (1974) ***