ED HALL
recensioni


ED HALL


Altra band texana di pregio sono gli Ed Hall. Eredi della carica demenziale dei Butthole Surfers incidono infatti per la Trance Syndicate.


Con Albert, del 1988, rivivono tanto i Red Crayola, quanto i richiami al grottesco con marcate influenze al music-hall e ai Pere Ubu più dadaisti.


L’album è in fondo interlocutorio, perché è con Love Poke Here, che la band raggiunge la maturità . Se Pay For Me tradisce l’influenza dei Pain Teens, Blue Poland lambisce una forma piuttosto sofistica di hardcore, che raggiunge in Cornbull l’apogeo.


Guido O’Brien vive poi di continue mutanti trovate strumentali, che in Sam Jackson raggiungono il carattere dell’accessibilità.


Gloryhole, dell’anno dopo, presenta persino una qualche influenza dei Blind Idiot God in brani come Luke Flukenstock (uno dei capolavori) e in Roger Mexico, con cadenze telluriche e forse lontana parente della sezione ritmica dei Jesus Lizard. In fondo il referente comune sono i Pere Ubu.


Motherscratcher non abbassa affatto il livello della produzione dei texani. Twenty Dollar Bill evoca l’idea dell’infinito, Urgent Message For a Makind nel suo baccanale contiena la formula demenziale che caratterizza la band, mentre la lunga Afghani Harvest Period rappresenta la summa della loro arte di distorsioni e clima di suspence.


DISCOGRAFIA


Albert (1988) *** ½


- Love Poke Here (1990) ****


- Gloryhole (1991) ****


- Motherscratcher (1992) ****