A questo bisogna aggiungere una perizia chitarristica notevole, una varietà di suoni e di visioni sopra la media. I suoi tre album, a saper andar oltre lanemica voce dellautore che ne rappresenta, ad ogni modo, la cifra stilistica sono, peraltro, diversissimi fra loro, quasi a voler testimoniare quanto laspetto esistenziale fosse importante nelleconomia dei suoi lavori.
Five Leaves Left, del 1969, impregnato di lirismo, ricco di orchestrazioni delicate, in piena sintonia con la voce narrante e colloquiale di Drake, appare ancora acerbo, mentre
Bryter Layter, del 1970, si avvale della collaborazione di diversi altri autori e, pertanto, presenta notevoli differenze, sposando ora il jazz, ora il soul più sofisticato.
Il testamento poetico, oltre che il suo capolavoro è
Pink Moon, uno dei migliori album degli anni 70. Il disco, quali a volere segnare il clima di rassegnazione di Drake, è quello più vicino allesistenzialismo, ed è realizzato solo con laccompagnamento della chitarra. La
title-track è uno dei brani più struggenti di sempre, lalbum porta allestremo la visionarietà dei testi, la desolazione degli arrangiamenti, il canto è più dimesso che mai.
La morte, avvenuta per suicidio, segna il suo passaggio dalla cronaca, e il suo ingresso nella leggenda.(Si tratta, fra laltro, di uno dei pochi musicisti che non siano stati sopravvalutati ingiustamente per la loro morte).
DISCOGRAFIA
·
Five Leaves Left (1969) ***
·
Bryter Layter (1970) ***
·
Pink Moon (1972) *** 1/2
Home