recensioni




DEAD C.


In forte debito con gli AMM, i neozelandesi Dead C hanno realizzato alcune radicali opere di rock rumorista.


Nati da una diramazione dei Kind Of Punishment, il loro primo disco significativo è Trapdoor Fucking Exit. Heaven è fatta di stecche chitarristiche, di un suono compromesso e dilettantesco, scarti voluti di un universo improponibile. Difficile star dietro a questa musica con melodia assente, se non fosse per un canto vacuo e stolido. Bury è forse ciò che resta di una canzone dopo aver tolto le sue fondamenta e la sua portanza. Opera a suo modo metafisica vive anche dello spreco di feedback di Krossed, con tamburo militare in primo piano memore di quacosa dei Pere Ubu, ma stavolta non è un jungla artificiale quella da evocare, ma un pianeta alienato. Il dialogo di chitarra in pieno stile New Zealand di Helen Said This si rifà ai raga, ma lo aggiorna all’era psichedelica inquinata dall’industrial.


Ma è con Harsh ‘70s Reality (1992) che i Dead C mostrano le loro vere potenzialià di rock-band d’avanguardia, superando gli steccati fra generi. In Driver UFO, che sarà di grande ispirazione per Bardo Pond e Hash Jar Tempo, la psichedelia è solo il pretesto per uno dei massimi deliri rumoristici di sempre, nel quale convivono stecche chitarristiche, cacofonie a là Sister Ray, ma senza il ritmo (fatto tipico del rock neozelandese). La nebulosa sonora procede così per ventidue estenuanti minuti, anticipando Sky brano in puro stile punk oceanico (Radio Birdman e Feedtime, con riscoperta del chitarrismo distorto che fa quasi il verso ad un clarinetto di dolphiana memoria. Il catologo delle trovate è pressoché completo. Le ritmiche ritornano a galla, ma in brani come Suffer Bomb Damage è un organo distorto ed evocativo a fungere da antitesi al suo ruolo, devastando tanto Manzareck quanto i Dadamah, mentre la chitarra funge da effetto detonatore. Brani come Sea Is Violet tradiscono influenze degli AMM. Rumorismo puro e amatoriale, con produzione lo-fi, da far impallidire i Royal Trux. A parte il clapping sfrenato, nel brano non succede niente e si aspetta con ansia il suo inizio, come in un’opera di Beckett.


In Constellation gli ultimi baluardi del ritmo vengono rielaborati a modo loro in un crescendo epocale. Negli scheletrici rimasugli chitarristici di Baseheart e Hope si indovina un linguaggio sonoro similare a quello dei Supreme Dicks. L’assenza di ritmo conferisce a queste ballad un senso di straniamento e non più di apocalisse imminente.


In White House, la nebulosa di suoni Voodoo Spell è solo la punta di un iceberg, perché The New Snow prova a cavalcare la tigre dai raga e della psichedelia applicandole ad un sottofondo di feedback. Se poi Your Hand rilegge il linguaggio della ballad psichedelica più sofferta (ma una versione migliore è quella di Strange Song dei Supreme Dicks), Aime To Prochain Comme Toi Meime corregge il tiro di una ritmica tribale incessante, laddove Bitcher si situa in quella terra di nessuno dove il canto sepolcrale quasi evocativo del dark la fa da padrone. L’opera viene chiusa da una forma di musica eterna e di attesa beckettiana, quella Outside, minimalista nello spirito, una In C dell’era atomica.


DISCOGRAFIA


- Trapdoor Fucking Exit (1990) *** ½


- Harsh '70s Reality (1992) ****


White House (1995) *** ½