In tal senso, gli unici anticipatori della new wave risultano essere almeno per quanto concerne le argomentazioni questi due complessi britannici.
Inevitabilmente, i complessi tedeschi di quegli anni fin troppo wagneriani per occuparsi di concezioni affatto contingenti finivano per essere tagliati fuori da tali cimiteri emotivi. I
Faust forti di una concezione articolata ed angosciosa dello scibile propugnavano un ritorno al caos primordiale in tutte le sue forme (
Miss Fortune), forse la ricerca medesima del nulla. i
Can ricercavano , non spazi siderali o riflessioni sul presente, ma un misiticismo che si ricollegava, a ben vedere, con le loro jams interminabili (
Aumgn). Forse il significato medesimo dellinfinito.
Dal canto loro, i Pink Floyd, raggiungevano insperate vette nelle classifiche delle vendite, con un disco concettuale concepito nella cucina di Wright fatto di suadenti musiche di chitarra e tastiere, con testi leopardiani, sulla morte, il denaro, il tempo che fugge, la follia. Riuscire a banalizzare anche le angoscie esistenziali è stato uno dei meriti (o demeriti) della musica rock di questo tipo. Riuscirci dopo essere stati per dieci anni in classifica la missione (perfettamente riuscita) dei Floyd.
Dopo le brevi e insiginificanti
Speak To Me e Breathe In The Air, in cui il melodismo dei Floyd raggiunge uno dei suoi culmini, forte di un testo malinconico e bucolico (
But only if you ride the tide/And balanced on the biggest wave/You race towards an early grave), lo strumentale
On The Run sembra essere la ripresa di quel
One Of These Days che due anni prima aveva così efficacemente mostrato le qualità pop-rock dei quattro di Cambridge.
La melodica
Time forse il miglior brano del disco, sicuramente quello che dimostra appieno le loro qualità è un tentativo di applicare la filosofia al rock. Un testo ossianico (
Tired of lying in the sunshine/staying home to watch the rain.You are young and life is long/and there is time to kill today) cupo, talora sarcastico, quando non scade nel banale (
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines. Hanging on in quiet desperation is the English way.The time is gone, the song is over,Thought I'd something more to say), si conclude con frasi musicali piuttosto scontate, che fanno da contrappunto ad una concezione strumentale ultrasemplificata, ma non per questo deprecabile. Il brano, soprattutto, si fa forte di un assolo di Gilmour decisamente convincente. Il chitarrista, che con questo disco entra nel novero dei grandi, si riscatta appieno dopo una serie di prove decisamente mediocri (
The Narrow Way, Fat Old Sun ).
I vocalizzi di
The Great Gig In The Sky sono la fiera del già sentito. Il brano dominato dalle tastiere di Wright è uno dei più sopravvalutati di sempre. Un pezzo di atmosfera, con semplici accordi, e con dei vocalizzi che, in teoria dovrebbero essere il valore aggiunto dellalbum, ma, di fatto, sono la dimostrazione di unautoindulgenza che mai potranno centrare con lalienazione? che li pone in forte defict rispetto ai quasi coevi Van Der Graaf Generator, che ai vocalizzi rispondevano con i tono bassi e quelli si veramente ossianici di Hammil.
Money, se è possibile, è ancora peggio. Che mai possa avere a che fare questa invettiva con lalienazione? E che mai potrà avere a che fare questinvettiva con questa musica (brutta copia dei King Crimson e di certo blues). Il testo poi, ancora una volta, è sarcastico, ma, di contro, rinunzia alle banalità. Sincero e spietato, Waters mette alla berlina il denaro (in effetti è stato una delle poche rock-star non ipocrite che io ricordi).
Non fosse per landamento sin troppo quieto e patinato, ,
Us And Them è forse il primo brano di tutto il disco che abbia a che fare con lalienazione, il tema di fondo di tutto lalbum. Le tastiere dialogano con il sax in maniera troppo calma, fra i solchi è impossibile indovinare quel moto che dovrebbe far propendere per il male di vivere che, invece, il testo tratteggia ottimamente (
Out of the way, it's a busy day/I've got things on my mind. For the want of the price of tea and a slice/The old man died).
Any Color You Like è uno sconcertante brano strumentale che non aggiunge una sola idea al disco.
Brain Damage , pur con tutti i suoi i limiti a livello compositivo, è uno dei migliori testi scritti da Waters. In frasi come
The lunatic is in the hall/The lunatics are in my hall.The paper holds their folded faces to the floor/And every day the paper boy brings more There's someone in my head but it's not me. And if the cloud bursts, thunder in your ear/You shout and no one seems to hear. And if the band you're in starts playing different tunes/I'll see you on the dark side of the moon, si deduce tutta la profondità di questo autore.
La conclusiva
Eclipse gioca con le stesse note di tutto il disco. Il testo è notevole. Waters sembra parlare con un suo doppio (uno specchio?), alternando banalità a frasi meditative (
And everything under the sun is in tune/but the sun is eclipsed by the moon."There is no dark side of the moon really."/"Matter of fact it's all dark."
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