recensioni


CAPTAIN BEEFHEART


Personaggio fra i più pittoreschi che la storia del rock ricordi, Captain Beefheart, nemesi di Frank Zappa, con il suo peculiare rock-blues ha firmato alcuni capolavori degli anni ’60 e, forse, dell’intera musica rock.


Troppo lontano dalle classifiche per poter essere considerato dal grande pubblico, la sua produzione appare in crescendo, per raggiungere il culmine nel 1969, con lo straordinario Trout Mask Replica.


Musicista completo, dotato di mezzi espressivi inusitati e di una fantasia che trascende i generi, realizza nel 1965, Mirror Man , nel quale la sua arte risulta ancora in uno stato embrionale. La title-track e Kandy Horn sono in forte debito col blues.


Il suo primo capolavoro, anch’esso omaggio al blues, è datato 1967. Safe As Milk può essere considerato tranquillamente uno dei massimi capolavori della storia del rock, in virtù di una varietà di stili che si dipanano in un unico disco. In un certo senso appare il punto di partenza e di arrivo di tutto il rock delle origini, musica totale nel vero senso del termine.


L’album passa da brani spiccatamente blues nei quali s’indovinano i primi vagiti dell’hard-rock ( Electricity, con frasi musicali sconnesse, canto killer, violino lamentoso, gusto per i contrappunti, manipolazioni elettroniche prodromiche; Sure Nuff'n Yes I Do, Dropout Boogie), ad altri più melodici ( Yellow Brick Road, Autumn’s Child), indugiando su frasi di chitarra sconnesse (il chitarrista era Ry Cooder) e su suoni quasi esotici ( Abba Zaba ). La varietà sonora di brani come Zig Zag Wonderer e Dropout Boogie , lo stile quasi jazzistico della sincopata Grown So Ugly , la musicalità seminale di Call On Me e di Where There’s Woman , completano l’album. In effetti nessun brano sembra predominare sull’altro, sono tutti piccoli gioielli di musicalità e genialità, che sembrano aprire la strada ad un rock diverso, ben altra cosa rispetto a ciò che si suonava in quegli anni.


Beefheart, infatti, ripartiva dagli stessi stilemi musicali di certi suoi coevi (Byrds, l’acid rock di San Francisco e di Los Angeles), ma li rivisitava con una genialità tutta sua.


I brani di questo album diventeranno tutti dei classici del rock, ma non poteva negarsi una loro provvisorietà. Sembrava che Beefheart li intendesse solo come prove generali di qualcosa di molto più importante.


Trout Mask Replica uscirà nel 1969 ed avrà lo stesso effetto di un colpo d’ascia in un mare di ghiaccio.


Il disco è l’esatto contrario di tutto ciò che la logica, il buon gusto ed il buon senso musicale potessero suggerire. Non è solo un esperimento musicale, una pura trasgressione, un’ode al caos. E’ il tentativo di ripristinare un nuovo ordine musicale, facendo a brandelli tutto ciò che in precedenza fosse stato inventato.


Per quanto concerne il rumore, rende effimeri tutti gli esperimenti dei Red Crayola, per quanto riguarda la dissonanza riesce a deturpare la melodia in maniera più intensa di quanto non avessero fatto i Velvet Underground.


Ne deriva un’opera impossibile ed inconcepibile, specialmente se osservata muovendo dagli stilemi classici del rock. Melodia e ritmo vanno per conto loro, ogni musicista ha la massima libertà espressiva. In questo si riscontrano non pochi parallelismi con certo free-jazz.


Al pari di Safe As Milk, nessun brano predomina sull’altro. Il disco deve essere considerato come un unico blocco di canzoni, nel quale hanno rilevanza anche le sue performance vocali ( The Dust Blows Forward 'N’ The Dust Blows Back, Well), come quelle strumentali e distorte ( Hair Pie, Bake 1: pura avanguardia, cambia prospettiva un’infinità di volte), passando per brani iperdisorti, caracollanti blues di difficile catalogazione, cataclismi musicali che non lasciano scampo ( Frownland, Dachau Blues, Moonlight On Vermont, con voce declamante e chitarre psichedeliche maestose che cambiano di continuo prospettiva; Pachuco Cadaver, scanzonata e irriverente; China Pig , blues ferroviario d’altri tempi), con inserti vocali pressoché inintelligibili (Pena ) e scherzi d’autore a là Frank Zappa (Ella Guru).


Di indubbio minore impatto le successive prove di Captain Beefheart, che, incompreso dal grande pubblico, si ritirerà a vita privata, dedicandosi alla pittura. Da segnalare comunque Shiny Beast e Bat Chain Puller, con When I See Mommy I Feel Like, con dissonanze assortite e Ice Cream For Crow, con la title-track, caracollante blues sgangherato.


L’arte di Beefheart farà non pochi proseliti, ma soprattutto il chitarrismo atipico sarà, probabilmente, fonte d’ispirazione dei Gastr Del Sol.


DISCOGRAFIA CONSIGLIATA


· Mirror man (1965) ***


· Safe As Milk (1967) ****


· Trout Mask Replica (1969) ****


· Shiny Beast (1978) ***


· Ice Cream Crow (1982) ***