recensioni


BLACK HEART PROCESSION


I Black Heart Procession, nati da una costola dei Three Mile Pilot, rientrano nel novero di quelle band che, sposando un sound quantomai funereo hanno descritto con sapienza e con un linguaggio tutto sommato negli schemi un contingente ed esistenzialista male di vivere.


La band infatti non sperimenta strutture armoniche nuove o strumentazioni avveniristiche, ma ripiega per un tradizionale di rock introspettivo, gotico nelle intenzioni perché intriso di una funerea carica che si distanzia, tuttavia, sia dai Van Der Graaf Generator , in quanto più raccolta che da Tom Waits , in quanto assai meno stravagante. In tal modo, i Black Heart Procession assurgono ad una propria dignità musicale, nella quale la strumentazione essenziale è metafora dell’umore della musica.


Della produzione dei Three Mile Pilot assume assoluto rilievo Chief Assassin to The Sinister, del 1995, nel quale spiccano gli accordi arzigogolati della ragionata Shang Vs. Hanger, con il suo crescendo musicale e il canto sgolato, in debito con l’heavy metal e con il dark; Circumcised è composta di voci inquietanti, ritmi forsennati e talvolta pan-etnici, quando non cita l’hardcore più concitato e razionale; 97-MT è una congerie di rumori e ritmi inusitati, che si adagia in partiture piuttosto scontate; Chenjesu è una ballad senza tempo, che si culla in una melodia introversa, prima di elevarsi in un’impennata di rabbia e dolore; il lungo maelstrom di X…Miner è forse la chiave di lettura di tutta l’opera. La lunga Aqua-Magnetic, inaugurata dalla batteria funerea, procede con i tagli di chitarra alla Joy Division, ma indulge fin troppo in una ritmica a là Nirvana . Androsyn Guardian è un concerto di dissonanze e feedback e procede per tutta la sua durata con il consueto andamento lento-veloce mutuato dai Nirvana più commerciali (e prima di loro dai Pixies ).


In 2, i Black Heart Procession, sposando un sound raccolto con certi ossessioni introspettive, confezionano delle ballad come A Light So Dim e altri brani, imparentati con i ritornelli del vaudeville, come Blue tears, un po’ sagra paesana, un po’ Tom Waits. Il brano di apertura, The waiter #2, con le sue note lunghe e maestose, si richiama ai Dead Can Dance , ma più che per i significati religiosi, colpisce per la sua cupa rassegnazione, riavvicinandosi alle più ardite suite dei Black Tape For A Blue Girl , epitome della sconfitta esistenziale del moderno, con in più il canto iper-depresso alla Leonard Cohen . Una certa tendenza al canto e alle strumentazioni dimesse affiora anche in Beneath the round. It’s A Crime è una pantomima movimentata, dominata dal piano (forse le partiture potrebbero ricordare i REM), mentre in When We Reach To Hill il carattere gotico si fa sempre più austero, con note che si accavallano, pur non raggiungendo picchi particolari in fatto di sperimentazione. Il canto, filtrato dall’oltretomba, raggiunge l’apice della depressione della band. Your Church Is Red gioca sugli stessi accordi degli altri brani e sembra richiamare alla mente i funerei lied dei Joy Division, sostituendo al canto baritonale di Curtis quello iperdepresso di Jenkins, con un’inquietante vena folk. Outside The Glass è forse la più inquietante, con il suo andamento lentissimo e ragionato, stile carillon, e la voce mai così tenebrosa.


Nel terzo album, il brano Waterfront riconferma l’umore depresso della band, inaugurando un serie di accordi dimessi, che anticipano un ritmo inusitato e il consueto canto sepolcrale.


DISCOGRAFIA


THREE MILE PILOT


· Chief Assassin to The Sinister (1995) ***


BLACK HEART PROCESSION


· 2 (1999) *** ½


· 3 (2000) *** ½