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recensioni


BITCH MAGNET
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BITCH MAGNET


Ancor prima che i Gastr Del Sol dessero vita alle loro atipiche masturbazioni chitarristiche, David Grubbs, dopo l’esperienza con gli Squirrel Bait diede vita ad una formazione di hardcore rallentato, con molti punti in comune con l’hard-rock, lontano anni luce dai suoi successivi lavori.


In Umber spicca il canto filtrato di Navajo Ace e la laboriosa e gotica Joan Of Arc, ma sarà nel disco successivo, datato 1990, che si intuiranno le vere potenzialità della formazione.


Ben Hur si apre con l’inquietante beckettiana attesa di Dragoon, alla quale seguono i capolavori batteristici (vagamente mutuati dai ritmi dei Neu!) di Valmead e Ducks And Drakes. Mesentery e Crescent, più accessibili e avvicinabili all’hard-rock, rappresentano il lato umano dell’operazione.


Gli stilemi orientaleggianti di Lookin' at the Devil, il rumorismo di Gator, gli accordi frastagliati di Spite Y Malice completano l’album.


Dalle ceneri dei Bitch Magnet nasceranno i Seam, autori di The Problem With Me (1993). Si tratta di una brillante commistione di hardcore e slocore, ma con non poche venature pop. Il pezzo più interessante è Rafael, grintosa con voce filtrata; Bunch e Autopilot, originali partiture che insistono su note caratteristiche. Altri brani sono assai più convenzionali (Road To Madrid, Stage 2000, Dust And Turpentine, Somethin’s Burning), ma non mancano meditatate preghiere (The Wild Cat) e sperimentazioni sui continui cambi di prospettiva (Sweet Pea).


DISCOGRAFIA


BITCH MAGNET


· Umber (1989) *** ½


· Ben Hur (1990) *** ½


SEAM


· The Problem With Me (1993) *** ½