recensioni


BATTLES


I Battles, nati da una costola dei Don Caballero hanno aggiornato il post-rock alla loro epoca. Con Mirrored hanno peraltro reso fruibile un genere piuttosto criptico, trasformandolo in una forma di progressive jazzata. Brani come Rainbow vivono di ritmiche coinvolgenti intorno alle quali si affastellano le girandole di tempo alla Don Caballero, ma il percorso non è inintelligibile come quello di circa quindici anni prima, ma soprattutto non è ispido. E’ infatti musica molto avvolgente, che gioca su continui cambi di tempo e su una dinamica da rimettere continuamente in discussione. Potrebbero sembrare, in ultima analisi, i King Crimson più rarefatti, meno freddi e con molta più autoironia. Il finale rumorista poi fa il verso, con la sua manipolazione di nastri, al finale di sega elettrica dei Don Caballero che furono.


L’ouverture di Race Out è persino sinfonica, e nei maestosi colpi di batteria di vedono le prime avvisaglie dell’influenza di Substatic di Peter Jefferies con un gusto particolare per le melodie orientali. Frattanto riappare il chitarrismo geometrico di tanto post-rock, in senso lato minimalista.


Race In si giova di una percussività ritrovata e costruita su più livelli che fa quasi a pugni con la melodia dapprima alla Morricone, nel finale in puro jazz-rock zappiano o alla Henry Cow che permea il brano.


DISCOGRAFIA


- Mirrored (2007) *** ½



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